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Yes, open source can: il sito della Casa Bianca adotta Drupal

whitehouse-govFinita l’era Bush, Obama congeda anche la sua tecnologia. Da questa settimana, infatti, il sito della Casa Bianca, Whitehouse.gov, non girerà più sull’infrastruttura proprietaria acquistata da George W. Bush ma adotterà sistemi open source: il cms (content management system) Drupal e il search server Apache.

Con questo cambiamento, il sito della Casa Bianca potrà disporre di maggiore interattività e flessibilità, oltre che di una sensibile riduzione dei costi di manutenzione. Più blog, più possibilità di interazione da parte dei visitatori, migliore integrazione dei contenuti multimediali. Insomma, il sito ufficiale del Presidente degli Stati Uniti opta per una comunicazione più aperta e condivisa, in armonia con la linea d’azione che ha portato Obama alla vittoria.

D’ora in avanti, pertanto, a occuparsi della manutenzione e dell’ottimizzazione di Whitehouse.gov sarà la vivace comunità degli sviluppatori.  Intanto noi di Amelya, che abbiamo adottato Drupal sin dall’inizio e basato la filosofia aziendale proprio sui concetti di open source e condivisione, registriamo la novità con un pizzico di orgoglio.

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Nuovi obblighi di comunicazione per le società, anche sul web

uomo_con_faldoni_archivioUna notizia importante, che forse a molti è sfuggita. Per effetto dell’art. 42 della  legge 88/2009, a decorrere dal 29 luglio 2009 sono state introdotte modifiche a due articoli del codice civile che riguardano gli obblighi di informazione delle società: in particolare l’art. 2250 c.c. relativo alla pubblicazione, negli atti e nella corrispondenza, delle informazioni legali e l’art. 2630 c.c. che disciplina le sanzioni in caso di inadempimento.

Le novità introdotte riguardano – per le società di capitali (Srl e Spa) –  l’obbligo di pubblicare, sul proprio sito web e negli spazi elettronici destinati alla comunicazione e collegati a una rete telematica ad accesso pubblico, le seguenti informazioni: sede della società, numero di iscrizione e ufficio del Registro delle imprese presso cui è iscritta, capitale effettivamente versato e quale risulta esistente dall’ultimo bilancio, stato di liquidazione in caso di scioglimento, eventuale stato di società con un unico socio.

Le sanzioni per la mancata pubblicazione delle informazioni legali sono state riviste sia per le società di persone che per quelle di capitali. Ad entrambi i tipi di società, che non adempiono alla pubblicazione delle citate informazioni negli atti e nella corrispondenza compreso – solo per le società di capitali – il sito web, si applicano le sanzioni previste dall’articolo 2630 c.c. per l’omessa o ritardata pubblicazione di atti al registro delle imprese: si va da un minimo di 206,00 euro a un massimo di 2.065,00 euro.

L’aggiornamento del sito web, dunque, non è sufficiente. Investite dall’obbligo pubblicitario sembrano anche le comunicazioni email e i profili sui social network. Un segno, questo, che legittima sempre di più il ruolo di Internet come strumento aziendale.

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